Dieta e vita all'aria aperta

Proteggono dalla COVID-19 ?

Dieta e vita all'aria aperta

La pandemia, la paura del virus e di essere infettati hanno turbato tutti noi. Siamo stati costretti a cambiare radicalmente i nostri stili di vita per far fronte a una situazione che spesso stentiamo a capire. Essere un po’ spaventati è più che legittimo, per cui è comprensibile che cerchiamo un modo per difenderci da questo nostro nemico comune.
Tale necessità di correre ai ripari è stata colta da molte aziende e realtà commerciali che propongono metodi e rimedi per prevenire o combattere il contagio; le proposte sono davvero tante e l’orizzonte è piuttosto offuscato. L’unico faro che ci può aiutare a orientarci è verificare la validità di quanto viene proposto, insomma chiedere e valutare le prove. 
Per l’appunto il nostro asker Paolo è stato incuriosito da alcune affermazioni presenti sul sito di una di queste realtà, che recentemente ha pubblicato un articolo nel quale vengono offerti alcuni consigli per prevenire il contagio dalla tanto temuta Covid-19. Alcuni di questi consigli comprendono l’esortazione a passare del tempo all’aria aperta, in particolare nei boschi, in quanto giova molto al nostro organismo, rafforzando le difese immunitarie contro virus e batteri. Un altro suggerimento riguarda l'adozione della dieta macrobiotica. Si tratta di una dieta che prevede il consumo di verdure e cereali integrali, poca carne ed evita alimenti trattati “industrialmente”, che nel loro contesto sarebbe a dire alimenti processati come zucchero bianco e conserve. Nell’articolo che ha suscitato l’interesse di Paolo scopriamo che la dieta macrobiotica identifica i virus (per esempio il SARS-CoV-2) come "yang" e prevede, per contrastarli, l'eliminazione di cibi considerati "yin" e l'assunzione soltanto di nutrienti di tipo "yang" (come legumi, cereali integrali, alghe...). Questo per rendere il nostro organismo più forte, più attivo (in una parola più "yang") e perciò inadatto a ospitare il virus.
L’organizzazione che ha pubblicato questo lavoro si chiama “Tra Terra e Cielo” e si occupa principalmente di promozione del benessere, fornendo l’opportunità di partecipare ad alcuni pacchetti vacanza a stretto contatto con la natura o proponendo diete macrobiotiche.

 

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Una bellissima foresta di pini. Un posto piacevole per una passeggiata.

 

Il nostro asker ha chiesto all’autore dell’articolo spiegazioni e riferimenti scientifici in merito ad alcune affermazioni come, per esempio, gli effetti benefici sul nostro sistema immunitario dati dai monoterpeni rilasciati dagli alberi. Come riferimenti bibliografici sono stati  riportati tre libri: “Forest medicine" di Qing Li, "Shinrin yoku. Ritrovare il benessere con l'arte giapponese del bagno nella foresta" di Annette Lavrijsen e "Sai che gli alberi parlano? La saggezza degli indiani d'America" di Käthe Recheis e Georg Bydlinski. Paolo ha dunque chiesto se fosse possibile indicare gli studi scientifici su cui sono basate le teorie presentate nei libri usati come riferimento per la stesura dell’articolo.
L’altra domanda riguardava specificatamente questa affermazione presente nell’articolo: «In Italia Marco Nieri e Marco Mencagli collaborano da tempo ad approfondire queste nuove conoscenze. Nel 2014 hanno effettuato uno specifico studio sulla vegetazione dell’Alta Valsessera che ha dimostrato scientificamente come la faggeta dell’Oasi Zegna stimoli positivamente le difese immunitarie e riduca i livelli di cortisolo (ormone dello stress) nel sangue». 
Dopo aver appurato che i due autori citati non sono medici e avendo come unico riferimento bibliografico il loro libro: "La terapia segreta degli alberi. L'energia nascosta delle piante e dei boschi per il nostro benessere", l’asker ha chiesto quali fossero le basi scientifiche sulle quali si basano le teorie sulle difese immunitarie e dove è stato pubblicato lo studio di cui si parla nell’articolo.
Infine Paolo ha chiesto quali siano gli studi in grado di dimostrare che la dieta macrobiotica rende il nostro organismo inadatto alla vita del virus, rafforzando il sistema immunitario. Nello specifico vengono chieste le basi scientifiche sulla relazione tra “diventare yang” e “creare un terreno non adatto al virus”. In questo caso l’unico riferimento bibliografico era un articolo del 2017 del «Corriere della Sera», nel quale si parla delle proprietà antinfiammatorie del riso integrale e non viene menzionata né la macrobiotica, né i concetti di “yin” o “yang” di cui parla la macrobiotica. Inoltre tale indicazione risulta essere di scarsa utilità anche per una questione cronologica poiché, essendo un articolo scritto tre anni fa, non ha alcun collegamento con l’argomento Covid-19 che, come si sa, ha fatto la sua comparsa a fine 2019.  Lo stesso discorso vale anche per i testi citati poco sopra, in quanto sono tutte pubblicazioni precedenti al SARS-CoV-2.


La risposta non si fa attendere e Paolo riceve una mail dall’autore dell’articolo, il quale spiega che, non essendo “Tra Terra e Cielo” una rivista scientifica, generalmente non si avvale di documentazioni tratte da riviste scientifiche, per cui dovrebbe chiedere chiarimenti direttamente agli autori dei libri e dell’articolo del «Corriere della Sera». Aggiunge inoltre che solitamente vengono utilizzate come fonti testate giornalistiche e alcune non meglio specificate «rinomate case editrici».
È indubbio che sia diritto di tutti poter parlare liberamente di scienza, però, se si sceglie di farlo, sarebbe buona creanza aver premura di fare affidamento su fonti scientifiche attendibili ed eventualmente renderle note, soprattutto se ci si rivolge a un pubblico generalista, di modo tale che sia possibile garantire anche ai non esperti l’effettivo utilizzo di dati scientifici e non di qualcos’altro. Questo principio assume una rilevanza ancora maggiore se si affrontano temi delicati come la salute, specialmente in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo.
Basare le proprie affermazioni su quanto affermato da testate giornalistiche non di settore e in modo generico da case editrici, purtroppo, non è una garanzia di affidabilità, perché negli archivi di una testata e nel catalogo di una data casa editrice si possono  trovare sia lavori validi sia lavori decisamente meno validi. Non sempre c’è un filtro che scarti i contenuti non scientifici.
Per quanto riguarda la domanda sull’efficacia della macrobiotica nel rafforzare il sistema immunitario, l’autore allega i link di tre articoli.
Il primo più che un articolo vero e proprio è un rimando al sito di un certo Simon Brown, autore, insegnante e consulente di feng-shui, macrobiotica e lettura facciale. Essendo una pagina web personale i contenuti riportati non sono soggetti ad alcun tipo di peer-review, quindi non possono essere considerati una prova scientifica.
I restanti due articoli, invece, sono pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed; tuttavia uno parla degli effetti sul controllo del peso in pazienti diabetici che utilizzano una dieta macrobiotica, in sostanza un argomento completamente slegato dal tema dieta macrobiotica e rafforzamento degli anticorpi. L’altro opera un confronto teorico tra la composizione nutritiva e il potenziale infiammatorio di una dieta macrobiotica rispetto a una dieta tradizionale, arrivando alla conclusione che la dieta macrobiotica pare avere effettivamente un potenziale preventivo per le malattie. Tuttavia, nell’articolo, viene ribadito che questo non è un risultato definitivo e sono necessari ulteriori studi, in particolare nel mondo reale, per poter confermare questo dato. Ed è bene specificare che anche in questo articolo non si parla di Covid-19.
Quanto emerge è che nessuno dei tre articoli inviati dimostra l’esistenza di questa proprietà di rafforzamento delle difese immunitarie che nell’articolo in esame è stata attribuita alla dieta macrobiotica.
In conclusione, sicuramente passare del tempo all’aria aperta a contatto con la natura e seguire una dieta equilibrata sono scelte salutari, e per certi versi anche raccomandabili. Però bisognerebbe tener conto del fatto che se un determinato stile di vita dà alcuni benefici in un particolare contesto, ciò non implica che tali benefici siano rilevabili anche in altri contesti. Per poterlo affermare è sempre necessario avere delle prove e fare affidamento sui dati emersi dalla ricerca scientifica nello specifico campo di riferimento. La cosa migliore che abbiamo, specialmente in questo periodo di misure straordinarie, sono le indicazioni delle autorità, anche quando queste ci impediscono di uscire di casa a fare la scampagnata nei boschi e come sempre suggeriamo di seguirle a prescindere da quanto potremmo trovare in canali non ufficiali.


Vogliamo ringraziare la curiosità del nostro asker Paolo, che ci ha consentito di affrontare un tema così utile e importante, e ci teniamo a specificare che l’iniziativa Chiedi Le Prove è sempre pronta a mettere in discussione quanto scritto e rimane aperta e disponibile al dialogo costruttivo.