In questa storia parliamo di audiolibri e, in particolare, di un dispositivo creato apposta per i bambini. Il prodotto si chiama Faba Raccontastorie ed è composto da una cassa audio e da una serie di statuine che, posizionate sopra il dispositivo, permettono di attivare le fiabe e le canzoncine in esse contenute. Il dispositivo, studiato per i bambini di età superiore ai 3 anni, è estremamente facile da utilizzare e può essere adoperato anche da bimbi più piccoli.
Questo prodotto è stato promosso dal sito “Cose da Mamme”, un blog dedicato alle mamme che è presente con una sua pagina anche su Facebook.
Ed è proprio navigando su Facebook che la nostra asker Alice ha trovato un post sponsorizzato che rimandava alla pagina del blog in cui si presentava il prodotto. Ciò che ha richiamato l’attenzione di Alice è l’elenco dei benefici che, secondo quanto riportato nel blog, risulta accertato che vengano forniti attraverso l’utilizzo degli audiolibri, e cioè: miglioramento della pronuncia, aumento della memoria, rafforzamento delle capacità di ascolto, sviluppo dell’abilità di concentrazione, riduzione dello stress, alternativa all’abuso degli schermi.
Se i benefici sono accertati ci sarà evidentemente qualche studio che è arrivato a tali conclusioni, ha pensato Alice, che ha quindi contattato l’autrice del blog per chiedere i riferimenti a tali studi.
La prima risposta ricevuta è stata tra le peggiori: “basta googlare” per trovare le informazioni che cerchi, ha commentato la blogger.
Abbiamo già espresso la nostra opinione in merito a questo tipo di risposta e potete trovare le nostre considerazioni qui.
Successivamente la pagina “Cose da Mamme” ha fornito il link a un articolo pubblicato da “Focus”, contenente un link a uno studio scientifico. Si tratta di uno studio condotto su un campione di nove persone mirato a valutare la differenza nell’attività cerebrale quando si legge o si ascolta una parola. Secondo questo studio, la rappresentazione dell’informazione semantica nella corteccia cerebrale è indipendente dalla natura della stimolazione, cioè ascoltare o leggere la stessa parola produce la medesima reazione nel nostro cervello.
Appare evidente quanto questo articolo sia poco attinente all’oggetto della discussione: a parte il fatto che si tratta di un solo articolo realizzato su un campione estremamente esiguo di persone, ma soprattutto è stato realizzato su soggetti adulti e l’obiettivo era quello di andare a valutare la differenza di reazione tra leggere e ascoltare una parola. Nel nostro caso, l’asker chiedeva le prove dell’efficacia di un prodotto realizzato per bambini. Inoltre l’alternativa a “una fiaba riprodotta da un audiolibro” è “una fiaba raccontata da un adulto”, non certo la medesima fiaba letta dal bambino stesso.
È la stessa blogger, infatti, a paragonare l’ascolto dell’audiolibro all’ascolto della lettura ad alta voce, evidenziando che l’unica differenza tra le due situazioni è il legame che si crea tra chi legge e chi ascolta.
Condividendo pienamente l’opinione di Alice, la lettura diretta a un bambino aggiunge molti più elementi che non il semplice “legame”, a partire dalla “lettura dialogica” (cioè stimolare il bambino a una lettura condivisa, facendo domande e ponendo in relazione la storia del libro con l’esperienza del bambino stesso), la possibilità di personalizzare la lettura in base alle reazioni emotive del bambino, oppure interagire con lui attraverso l’osservazione delle illustrazioni.
È bene comunque sottolineare che lo scopo della richiesta di Alice non è quello di demonizzare l’audiolibro: ben venga la possibilità di far ascoltare a un bambino delle storielle come alternativa al gioco o in particolari situazioni (per esempio un viaggio in auto). Sia asker sia blogger concordano che l’utilizzo di un audiolibro non vuole e non deve sostituire la lettura di persona.
L’affermazione che è stata oggetto di questa storia, però, pone praticamente sullo stesso piano la lettura di una persona e l’ascolto di un audiolibro, estendendo a quest’ultimo i vantaggi “accertati” che si avrebbero con la prima, a meno di un cosiddetto “fattore umano”.
Ma quanto è importante questo fattore umano: esistono degli studi in grado di valutarne il peso relativo?
Seguendo il suggerimento della blogger, sia Alice sia noi abbiamo provato a cercare in rete dei lavori relativi a studi effettuati sui bambini in cui si voleva valutare l’efficacia, in termini di benefici, delle diverse modalità di lettura di fiabe e storielle.
Tra i lavori che abbiamo trovato c’è uno studio canadese pubblicato nel 2000, condotto su bambini in età prescolare con scarse capacità espressive. Scopo del test era quello di verificare se i benefici relativi alla lettura delle fiabe possano essere maggiori quando i bambini vengono fatti partecipare attivamente alla lettura rispetto a una tradizionale lettura di gruppo.
I risultati ottenuti mettono in evidenza che tutti i bambini i quali hanno partecipato allo studio sono riusciti ad ampliare il loro vocabolario. I bambini che avevano partecipato ai gruppi di lettura dialogica hanno però raggiunto miglioramenti significativamente maggiori, sia nell’apprendere nuove parole sia nelle capacità espressive in generale, rispetto a coloro che avevano partecipato ai gruppi di lettura tradizionale.
Un altro recente studio, eseguito su 27 bambini, è andato a valutare, tramite risonanza magnetica, la differenza nella connettività funzionale delle reti cerebrali durante la presentazione di una storia in formato audio, illustrata o animata. I risultati ottenuti suggeriscono che esistano sostanziali differenze nel modo in cui il cervello reagisce di fronte al diverso formato in cui viene proposta una storia, evidenziando una maggiore capacità delle fiabe illustrate a fornire una struttura più forte per la formazione del linguaggio.
Questo è quello che succede quando chi fa un’affermazione non propone degli studi in grado di giustificarla ma suggerisce di “cercare da soli”. I due studi che proponiamo arrivano a conclusioni che vanno nella direzione opposta di quella proposta dalla pagina Cose da Mamme.
Attenzione, noi non abbiamo la pretesa di affermare che quanto abbiamo trovato rappresenti il consenso scientifico sull’argomento. Vogliamo però evidenziare che chi non offre in prima persona le prove in grado di giustificare le proprie affermazioni lascia la porta aperta a qualsiasi tipo di conclusione.
Ancora una volta vogliamo sottolineare che, da parte nostra, non stiamo affermando che l’audiolibro sia un prodotto non adeguato per i bambini. La nostra asker è andata alla ricerca degli studi in grado di mostrare che i benefici ottenuti attraverso gli audiolibri sarebbero i medesimi di quelli ottenuti con la lettura a voce alta. In base alle risposte ottenute dalla blogger e alla letteratura che abbiamo rintracciato, ci sentiamo di dire che l’affermazione non trova una giustificazione scientifica: sicuramente un audiolibro può essere utile per lo sviluppo del linguaggio e il miglioramento delle capacità espressive di un bambino, ma non è in grado di fornire gli stessi benefici che, potenzialmente, può apportare una lettura diretta e interattiva.
Non vogliamo mettere la parola “fine” a quest’argomento e saremo ben lieti di riprenderlo per proporre e commentare nuovi eventuali studi che ci verranno forniti dai nostri lettori.