Sanificare gli ambienti con l'ozono

E' possibile in ambienti domestici?

Sanificare gli ambienti con l'ozono

(aggiornamenti in fondo)

Nell’arco dell’ultimo anno il verbo sanificare è entrato a gamba tesa nel vocabolario quotidiano. Oggi più che mai sperimentiamo la necessità di vivere e interagire con ambienti e oggetti che abbiano subito questo processo in grado di rendere pulita e sicura l’aria e la superficie degli spazi nei quali ci troviamo.   

Sicuramente, da ben prima di questo periodo pandemico molte realtà commerciali si occupavano di produrre strumenti utili per la sanificazione, tuttavia, sarà che i tempi sono maturi, ma un’azienda in particolare ha catturato l’attenzione di un asker, Davide, il quale è rimasto molto colpito da alcune affermazioni in merito all’utilizzo di un particolare dispositivo: “Bio3gen”, venduto dall’azienda “Linea di Fiorano”. Bio3gen è un  apparecchio che utilizza l’ozono per ridurre la carica di microrganismi presenti nell’aria.   

L’ozono è un gas le cui molecole sono composte da 3 atomi di ossigeno ed è caratterizzato da un odore particolare molto pungente. L’ozono è presente nella stratosfera, il secondo dei cinque strati in cui è divisa l’atmosfera terrestre, e si trova tra i 12 e i 50 km di altitudine; in particolare, è concentrato in quella che è nota come ozonosfera, situata tra i 15 e i 35 km di altitudine, la parte “bassa” della stratosfera, in ogni caso è molto lontano da noi. In quel contesto, la principale funzione dell’ozono è quella di proteggere la terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. Nella troposfera, dove ci troviamo noi, l’ozono è presente ma in quantità molto ridotte in quanto alte concentrazioni risulterebbero velenose, non a caso l’ozono è considerato un inquinante. Generalmente, l’ozono viene utilizzato industrialmente per la sanificazione dell’acqua, delle superfici destinate al contatto con gli alimenti, per la disinfezione dell’aria, la disinfezione di frutta e verdura, la pulizia e lo sbiancamento dei vestiti ecc…    

 

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Il ciclo dell’ozono nella stratosfera.

1) Le molecole di ossigeno (O2), tramite l’assorbimento di radiazione solare, possono scindersi in ossigeno atomico (O), si tratta di una reazione piuttosto lenta che genera una bassa concentrazione di O nell’atmosfera.

2) L’ossigeno atomico può interagire rapidamente con l’ossigeno molecolare producendo ozono (O3). Anche la reazione opposta è veloce, ma richiede l’attivazione tramite l’assorbimento di radiazione ultravioletta: certi ultravioletti provenienti dal sole scindono dunque l’ozono in ossigeno atomico e ossigeno molecolare, la scissione dell’ozono produce dell’energia in eccesso che diventa energia cinetica dei prodotti di reazione (in parole povere, quando O3 si rompe i pezzi schizzano via). Si tratta di due reazioni rapide, e dunque avvengono sequenzialmente con il risultato di assorbire parte della radiazione ultravioletta e convertirla in calore.

3) Questo ciclo è alterato dalla presenza di altre specie reattive con l’ozono, come ad esempio il cloro. Queste reazioni competono con la reazione ciclica (2) a la rendono meno efficace perché riducono la concentrazione di ozono presente nella stratosfera. Sono danni a lungo termine perché l’ozono si forma tramite il processo (1) che è molto lento. Fonte. 

 

Il motivo che ha spinto Davide a fare l’ask è stato proprio la questione della tossicità dell’ozono. L’azienda venditrice di Bio3gen propone un utilizzo domestico di questo apparecchio e, dato che la presenza di ozono nell’aria, in particolare se è in quantità consistenti, risulta essere tossica, Davide si chiede come possa avvenire la disinfezione in modo sicuro, soprattutto se sono presenti delle persone nell’ambiente in cui viene fatta la disinfezione; pertanto chiede all’azienda se può fornirgli degli studi che possano chiarire i suoi dubbi.    
   

L’azienda, dopo diversi solleciti, fornisce una risposta all’asker allegando una serie di documenti che spiegano le specifiche del prodotto. Innanzitutto, il rappresentate dell’azienda palesa gli istituti di ricerca con i quali collaborano ed effettuano gli studi sulla validità dei loro prodotti: uno di questi è il Centro Ricerche Linea di Fiorano, dove visionando il loro archivio di ricerche, oltre ad esserci degli studi sulla disinfezione di superfici e ambienti tramite l’ozono, figurano anche degli studi a tema magnetoterapia; l’altro istituto è il Consorzio Sannio Tech, il quale si occupa principalmente di ricerche nell’area della salute, della nutrizione e dell’ambiente, inoltre risulta essere iscritto su Arianna, l’anagrafe nazionale delle ricerche.
La documentazione inviata a Davide è pubblicata nell’archivio delle ricerche dal Centro Ricerche Linea di Fiorano e presenta degli studi sull’abbattimento del batterio della legionella in campioni d’acqua primaria, il trattamento dell’acqua e il trattamento della frutta. In tutti e tre gli studi, ovviamente, viene utilizzato l’apparecchio Bio3gen: i risultati mostrano che effettivamente questo strumento è in grado di abbattere il batterio della legionella in campioni d’acqua contaminati e di sanificare acqua, frutta e verdure contaminati. Il problema, però, è che la richiesta di prove sul funzionamento di Bio3gen riguardava specificatamente la sanificazione dell’aria in ambienti domestici.    
Purtroppo, l’azienda non ha fornito alcuno studio sul come il prodotto compia la sanificazione in quel contesto. Tuttavia,  specifica che l’ozono possiede delle proprietà virucide, mentre per quanto riguarda l’effetto intossicante che l’ozono può avere, nel libretto di istruzione di Bio3gen viene esplicitamente detto di evitare di utilizzare l’apparecchio quando ci sono persone presenti nella stanza.    
Il fatto che l’ozono possa essere tossico è un dato confermato in letteratura e, per esempio, è ampiamente esplicato in uno studio dell'EPA, ovvero l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, dove viene specificato che le proprietà sanificanti dell’ozono sono presenti solo a concentrazioni superiori ai valori di sicurezza respirabili dall’uomo, per cui le raccomandazioni sull’utilizzo del prodotto sono assolutamente corrette.    
Facendo, però, una ricerca della letteratura su questo tema, si può trovare un documento redatto dall’Istituto Superiore di Sanità dal quale emergono dei dati interessanti; innanzitutto, confermano le proprietà virucide attribuite all’ozono però, ribadiscono anche che questo è un gas che andrebbe utilizzato e maneggiato con molta cura e con le dovute precauzioni, poiché potrebbe essere pericoloso per l’incolumità di chi lo maneggia o ne è esposto e, per l’appunto, viene consigliato l’utilizzo di ozono in ambienti non occupati, debitamente confinati e isolati. Il rapporto dell’ISS prosegue affermando che, una volta effettuato questo tipo di trattamento, si raccomanda di non entrare nella stanza e che è anche necessario attendere del tempo per consentire alla concentrazione di ozono di scendere a livelli non tossici; la lunghezza del tempo di attesa per poter rientrare nella stanza sanificata dipende da diversi fattori quali la temperatura, l’umidità, la contaminazione chimica e biologica e, naturalmente, le concentrazioni di utilizzo. L’ISS stima che per il decadimento naturale dell’ozono sia necessario aspettare almeno 2 ore. Mentre, a tal proposito, i produttori di Bio3gen raccomandano di non utilizzare l’apparecchio quando ci sono delle persone all’interno della stanza e se è utilizzato in un ambiente non areato e di dimensioni inferiori ai 9 mq, per un periodo superiore ai 10 minuti, bisogna isolare la stanza e attendere 30 minuti per rientrare.
   
Dato che l’azienda, purtroppo, non ha fornito degli studi che possano dimostrare la validità dell'utilizzo di questo apparecchio in un contesto domestico e alla luce di quanto è emerso, risulterebbe interessante e necessario ricevere maggiori informazioni in merito alle modalità di funzionamento di Bio3gen. In quanto, nonostante sia stato appurato che effettivamente le sanificazioni dell’aria a base di ozono abbiano una loro efficacia, mancano degli studi specifici riferiti all’utilizzo domestico di questo gas e alle concentrazioni generate dal prodotto. 

Sperando di avere un riscontro con l’azienda, in modo tale da poter far luce sui punti rimasti in ombra, Chiedi Le Prove ci tiene a ringraziare l’asker Davide per averci dato la possibilità di poter trattare e approfondire un tema così interessante.  

L’iniziativa Chiedi Le Prove è consapevole che il dialogo sia l’unico modo per rendere una società responsabile e attenta alle proprie esigenze. Rimaniamo sempre a disposizione qualora ci sia la volontà di dare origine a un dialogo che risulti costruttivo. 

Aggiornamento 17/2/2021

L’azienda produttrice di Bio3Gen ha contattato la redazione di Chiedi Le Prove per fare delle precisazioni su quanto è stato scritto nella storia. Abbiamo chiesto all’azienda di scrivere per e-mail il testo che avrebbero voluto inserire come chiarimento rispetto alle incongruenze che hanno notato nella storia. Questa nostra proposta è stata rifiutata. Ciò che ci viene detto è che sarebbe preferibile fare questo tipo di chiarimenti telefonicamente, e che la documentazione necessaria per rispondere alle domande rimaste in sospeso è già stata inviata all’asker Davide, solo che è stata interpretata male, con superficialità e che comunque Davide potrà visionare degli ulteriori documenti interni riservati e non destinati al pubblico, recandosi direttamente nella loro sede. Noi di CLP abbiamo riguardato la documentazione inviata all’asker e ciononostante non siamo riusciti a trovare una risposta alla questione irrisolta che riguardava il funzionamento domestico di Bio3Gen. In particolare non siamo riusciti a trovare nessun risultato robusto sulla concentrazione di ozono mantenuta dal dispositivo in un locale domestico, abbiamo dunque nuovamente chiesto all’azienda se questo particolare ci fosse sfuggito oppure fosse presente in uno di quei documenti riservati.

La risposta ottenuta è stata che c’è un documento rilasciato da un’azienda partner, la quale ha finanziato la ricerca sull’efficacia di Bio3Gen «nell’abbattimento delle contaminazioni all’interno di un ambiente e nelle superfici», però l’esito di questa ricerca è stato fornito solo per conoscenza e l’operatore che ci ha contattato non possiede l’autorizzazione di «cederlo a terzi». Inoltre ci viene detto che per quanto riguarda i test fatti sulla Covid-19 (non erano oggetto dell’ask), anche in questo caso la documentazione è interna ed è vietata la divulgazione. 

 La redazione di Chiedi Le Prove si è quindi congedata rinnovando l’invito a scrivere per email dei chiarimenti più precisi ed esaustivi, magari dicendo qualcosa su questi documenti ad uso interno che potrebbero far luce sulle zone d’ombra rimaste. 

In questo aggiornamento ci viene dunque confermato che le prove ci sono, ma sono protette da vincoli di segretezza. La mancanza di fruibilità delle prove non consente ai consumatori di poter compiere acquisti consapevoli, essi dovrebbero infatti compiere atti di fede sulla rigorosità di queste prove. Si tratta di un’incognita per loro, ma anche di un’incognita per l’azienda dato che non vi è modo di sapere se questi potenziali clienti decideranno di fidarsi oppure no. Visto che le prove ci sono, e trattano di risultati finali del prodotto come la concentrazione di ozono che viene generata in ambienti domestici, quindi nulla che dovrebbe svelare segreti di produzione (che sarebbero comunque protetti da un brevetto), la soluzione più semplice è fornirle rimuovendo questo vincolo di segretezza. Chiedi le Prove sarà naturalmente felicissima di fornire queste nuove informazioni qualora dovessero diventare disponibili.