Chi dorme meno di sei ore a notte è più soggetto a contrarre l'influenza?

Uno studio sembra indicare di sì.

Chi dorme meno di sei ore a notte è più soggetto a contrarre l'influenza?

 

Nathura è una ditta che commercializza farmaci per il benessere basati sui cosiddetti principi attivi “naturali”.

Sulla loro pagina facebook è stata pubblicata la seguente affermazione: “Chi dorme meno di sei ore a notte è più soggetto a contrarre l’influenza. Ecco perché il sonno ha un ruolo fondamentale per le difese immunitarie”.

Naturalmente questa affermazione non è stata scelta a caso: la ditta vende prodotti contro l’insonnia e questo messaggio rientra nelle loro, perfettamente lecite, strategie di marketing. Ci troviamo quindi di fronte ad una affermazione scientifica, dove viene espresso un dato di fatto al di sopra di ogni opinione. Questo messaggio ha attratto l’interesse di un'asker, la quale ha chiesto all’azienda i riferimenti a supporto dell’affermazione.

Nathura ha gentilmente risposto indicando l’esistenza di uno studio[1] pubblicato sulla rivista Open Access SLEEP. E’ necessaria una precisazione: con le riviste Open Access occorre fare un po’ di attenzione perchè alcune - definite “predatory journal” - pubblicano a pagamento ogni tipo di articolo, senza fare in modo serio alcun tipo di revisione formale (peer review). Non è il caso di questa rivista, che non rientra negli elenchi redatti da diverse istituzioni per arginare questo tipo di pratiche scorrette.

Ritornando allo studio, esso consiste nel mettere a contatto diverse persone con il virus del raffreddore e correlare la comparsa di sintomi della malattia con diversi fattori tra cui le ore di sonno. Viene utilizzato un gruppo di 164 persone, di cui 40 compongono il "campione di controllo" (persone che non vengono esposte all’agente patogeno).

Si tratta quindi di uno studio correlativo che, sebbene utilizzi un campione di modeste dimensioni, fornisce una base scientifica relativamente alla prima parte dell'affermazione ("chi dorme meno di sei ore a notte è più soggetto a contrarre l’influenza"), anche se bisogna evidenziare che lo studio è riferito al contagio da raffreddore mentre l'affermazione di Nathura fa riferimento a una malattia differente, cioè l'influenza.

La seconda parte della dichiarazione ("ecco perché il sonno ha un ruolo fondamentale per le difese immunitarie"), per quanto possa sembrare verosimile, non può essere giustificata dallo studio citato in quanto quest'ultimo è stato condotto considerando un unico tipo di agente patogeno (il virus del raffreddore) e ciò non permette di estendere le conclusioni ottenute ad altri tipi di malattie (ad esempio quelle di origine batterica).  

Inoltre, questo lavoro mostra anche l'assenza di correlazione tra l’incidenza del raffreddore e la frammentazione del sonno. Occorre precisare che la presenza di un'eventuale correlazione non sarebbe stata di per sé sufficiente a garantire l'esistenza di un rapporto causa-effetto tra sonno interrotto e insorgenza del raffreddore. La mancanza di correlazione, invece, ci permette di escludere qualsiasi tipo di legame e quindi ridimensiona l'effetto del messaggio, in quando chi ha il sonno spesso interrotto non è più soggetto di altri a contrarre il raffreddore.

Possiamo concludere che l'affermazione fatta da Nathura ha effettivamente una certa base scientifica, ma questa non deve essere confusa per una prova a sostegno dell'efficacia dei prodotti.

 

AGGIORNAMENTO 23/7/2019

Abbiamo aggiunto la Ref. 2 che ci e' stata segnalata da un nostro lettore. Tratta sempre del virus del raffreddore e ha un campione di dimensioni simili a [1]. Si possono fare considerazioni simili a [1], anche se non viene fatto nessuno studio in relazione alla frammentazione del sonno.

 

[1] A. A. Prather, D. Janicki-Deverts, M. H. Hall and S. Cohen, SLEEP 38, 1353 (2015).

[2] S. Cohen, W. J. Doyle, C. M. Alper et al., Arch Intern Med. 169, 62(2009).