AllTrials: rendete disponibili risultati e metodologie usate nei trial clinici!

Una discussione sulla necessità di trasparenza nei trial clinici e sulla pubblicazione del codice analitico utilizzato.

AllTrials: rendete disponibili risultati e metodologie usate nei trial clinici!

Nel mondo, l'opinione pubblica sta iniziando ad apprezzare l'importanza delle prove non solo a livello di consistenza scientifica ma anche dal punto di vista della corretta comunicazione scientifica.

Questo è dimostrato dall'esistenza di associazioni come “Ask for Evidence”, presente sia nel mondo anglosassone che negli Stati Uniti, e iniziative internazionali come AllTrials. Di quest' ultima vorremmo parlare più nel dettaglio: si tratta di una campagna di sensibilizzazione per la pubblicazione su piattaforma unica e universalmente accessibile dei risultati e delle metodologie utilizzate nei trial. Un trial clinico è uno studio che ha l'obiettivo di valutare se un intervento sanitario - come potrebbe essere un farmaco o una pratica terapeutica – ha degli effetti positivi o meno.

AllTrials è dunque una campagna per la trasparenza nella comunicazione di risultati scientifici. Le case farmaceutiche, però, sono spesso poco inclini a rendere disponibili i propri dati sperimentali, soprattutto nel caso dei trial clinici, accampando i motivi più svariati ma ponendo in questo modo seri ostacoli alla libera diffusione di tali importanti informazioni. La circolazione di queste informazioni, come specificato più nel dettaglio in un articolo presente su Evidence , oltre ad evitare possibili ridondanze nel lavoro di ricerca, consentirebbe anche a medici e addetti ai lavori di poter utilizzare questi risultati in modo più consapevole e di conseguenza di poter fornire alla comunità dei servizi sanitari basati su criteri più scientifici.

La campagna AllTrials, oltre alla libera circolazione dell' informazione scientifica, promuove anche la pubblicazione del codice sorgente del software utilizzato per l'analisi statistica dei dati.

Questo argomento è anche oggetto di un acceso dibattito accademico[1]: spesso, data la molteplicità delle tecniche analitiche esistenti, i ricercatori si scrivono da soli i programmi di analisi dati. E' dunque una corretta pratica scientifica rilasciare il codice sorgente del programma di analisi utilizzato?

Questo, da un lato, renderebbe più rapido il lavoro di analisi perché i ricercatori avrebbero accesso a parti di codice già scritto e testato, inoltre sarebbe un contenuto utile a un referee nella valutazione del lavoro da pubblicare.

D'altra parte, però, alcuni ricercatori non la considerano una buona pratica scientifica; il codice distribuito, infatti, verrebbe poi utilizzato “a scatola chiusa” con la possibile diffusione di errori sistematici.

Non bisogna inoltre dimenticare che la ripetibilità dei risultati sarebbe maggiormente garantita da un'analisi indipendente dei dati perché un ricercatore che sviluppa il proprio codice utilizzerà possibilmente tecniche e algoritmi diversi fornendo eventualmente una conferma dei risultati più forte.


 

[1] vedere ad esempio i seguenti commenti su BMJ:

http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4596/rr-55

http://www.bmj.com/content/351/bmj.h4596/rr-61