Il mercato degli integratori è un mercato molto ben avviato. A ogni ora del giorno e della notte veniamo sommersi da pubblicità di integratori alimentari di ogni tipo; stando così le cose, uno in più o uno in meno presente sul mercato non fa più notizia…
Al termine di un allenamento in palestra, però, un mio amico ha iniziato a parlarmi di un “innovativo” integratore, prodotto dall'azienda americana Agel. Il prodotto sarebbe innovativo poiché la formulazione “gel in sospensione” aiuterebbe l'assorbimento dei nutrienti di cui è composto.
L'azienda promuove una vasta gamma di integratori: per il cuore, per l’intestino, per perdere peso, per aiutare il sistema immunitario,...
Ho così scritto all’azienda produttrice tramite i contatti in Italia, per richiedere i riferimenti agli studi scientifici riguardanti questa tecnologia. La persona incaricata della direzione commerciale di Agel mi ha risposto che aveva inoltrato la mia richiesta alla sede americana ma non ho più ottenuto alcuna notizia (ad un reminder successivo la mail risultava “fuori servizio”).
Ho quindi fatto riferimento ad un’altra mail (agel support supervision) scoprendo che tramite quel canale si offriva solo supporto business e che tutte le informazioni scientifiche le avrei potute ricevere da un incaricato dell’azienda, da incontrare previo appuntamento, sebbene gli articoli scientifici fossero visionati da un board di medici.
A quel punto ho scritto direttamente alla sede centrale negli Stati Uniti, facendo riferimento al customer care USA. Mi è stato risposto che non dispongono di studi scientifici sul prodotto che ho preso in esame , ma che avrei potuto trovare le informazioni sui singoli ingredienti del prodotto ricorrendo a www.pupmed.gov (suppongo si riferissero a www.pubmed.gov).
In definitiva, non ho ottenuto una risposta esauriente alle mie domande di natura scientifica.
Per curiosità, mi sono messo a fare qualche ricerca in rete di mia sponte sulla tecnologia in gel.
Ho così trovato che la trasmissione della Radiotelevisione Svizzera “Patti Chiari” in passato si era occupata di Agel e si era posta la domanda sulla maggiore efficacia della formulazione “gel suspension”, concludendo che “AGEL non è in grado di fornire prove scientifiche che dimostrino l’efficacia della “gel suspension technology”.
In conclusione a questa storia, ci preme mettere in evidenza un punto molto importante: ad Alberto, dalla sede centrale negli Stati Uniti, è stato detto di cercarsi in modo autonomo gli studi sugli ingredienti dell’integratore che aveva preso in esame sfruttando il motore di ricerca Pubmed, che consente la ricerca di pubblicazioni nel campo delle bioscienze e della medicina. Questa risposta non è scientificamente accettabile per due motivi evidenti.
La richiesta era puntuale e verteva sugli studi utilizzati dall’azienda per fare le affermazioni riportate sul sito riguardo la tecnologia presa in esame, e non la richiesta generica di cosa sia la “gel suspension technology”.
Inoltre la risposta fornita parla di studi sugli ingredienti quando la richiesta era ben chiara e si riferiva invece alla tecnologia utilizzata.
Consapevoli che far fronte a molte richieste da parte di un’azienda può essere molto oneroso ma fermamente convinti che la salute sia il bene più prezioso, oltre a ringraziare Alberto per l’impegno e la volontà nel far conoscere la sua storia, rimaniamo a disposizione qualora si voglia riprendere a tessere un dialogo costruttivo, per il bene della società e di chi in essa opera.