Pellicola per eliminare virus, batteri e cattivi odori

Uno studio pilota promettente

Pellicola per eliminare virus, batteri e cattivi odori

Il 5 maggio 2023 l'OMS dichiarava la fine dell'emergenza della pandemia. Badate bene per favore: la fine dell'emergenza, e non della pandemia. La pandemia, quella, c'è ancora. Certo, non siamo più ai tempi del lockdown, ora ci sono i vaccini, c'è una certa consapevolezza, questo virus cominciamo tutto sommato a conoscerlo e si può dire che la situazione è in linea di massima sotto controllo. In confronto al 2020 abbiamo fatto notevoli passi avanti.

Potete solo immaginarvi in questi tre anni di emergenza le numerose segnalazioni che ci sono giunte sull'argomento. Abbiamo invitato più e più volte i nostri lettori a chiedere direttamente loro le prove di quello che sentivano o leggevano e direttamente a chi lo diceva e molti lo hanno fatto seguendo la procedura del nostro manuale. Spesso si trattava di dispositivi di prevenzione, come il soggetto di questa storia che stiamo per raccontarvi. E approfittiamo ancora una volta per ricordarvi lo scopo della nostra iniziativa: qui non vogliamo mettere alla berlina nessuno e quando un nostro lettore chiede le prove è perché quelle prove le vuole davvero, vuole per esempio acquistare un prodotto per la sua efficacia provata scientificamente e non come in un atto di fede. E se quel prodotto soddisfa scientificamente questa sua esigenza secondo noi sarà ben disposto all'acquisto e magari divenire col tempo anche un cliente consolidato.

Fra i tanti ask ricevuti e soprattutto ben fatti - e quindi richieste di prove senza pregiudizi o offese - in tema di Covid-19 in questa occasione abbiamo scelto questo di Emanuele che, rimasto incuriosito dalle dichiarazioni dell'azienda Wippy Idea [1] sull'efficacia di un loro dispositivo, ha chiesto le prove scientifiche all'azienda che lo produce e l'azienda ha risposto. E già, almeno per come la vediamo noi, è un ottimo inizio: WippyIdea si è comunque dimostrata aperta al dialogo e questo comportamento per noi è sempre segno di professionalità e serietà.

Sanificare gli ambienti - domestici e non - è una fondamentale arma di prevenzione. I modi per farlo son tanti e variano dall’alcol alla candeggina, passando per disinfettanti, ozono, dispositivi vari e chi più ne ha più ne metta: soprattutto durante la fase acuta dell'emergenza, ne abbiamo viste davvero di tutte le forme e fogge. La sanificazione aiuta di certo contro la Covid-19 e anche a contrastare la diffusione di altri virus, batteri e agenti patogeni, ma non sempre è facile effettuarla in maniera frequente e più volte al giorno negli spazi chiusi dove transitano grandi quantità di persone. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il nostro Ask.

Il prodotto

Emanuele si è imbattuto in Wiwell, una pellicola che dovrebbe essere in grado di eliminare virus, batteri e cattivi odori, sarebbe anche testata e la sua efficacia contro il SARS-CoV-2 comprovata da esperimenti condotti in laboratorio. Inoltriamoci, quindi, alla scoperta di questo prodotto. Applicabile sulle finestre, non produce impatto estetico e nessun ingombro nella stanza, si attiva grazie alla luce, sia essa del sole che artificiale. Il processo che permette alla pellicola di funzionare è la fotocatalisi, processo per cui – come leggiamo nel sito di WippyIdea – <<Attraverso un processo di ossidazione fotocatalitica, in meno di un’ora riduce fino al 99% di microrganismi quali batteri e funghi. (...) Riduce ed elimina sostanzialmente la proliferazione di muffe, batteri, formaldeide, virus, pollini, funghi e di qualsiasi sostanza inquinante organica e inorganica (smog), migliorando sostanzialmente la qualità dell’aria in qualsiasi ambiente. Limita sostanzialmente gli odori più sgradevoli, sia organici che inorganici, come nicotina, cibo, escrementi, ammoniaca.>>. E leggiamo ancora che<<In meno di un minuto riduce fino al 90% della carica virale.>>. La fotocatalisi è una reazione chimica che avviene quando un semiconduttore viene irradiato con la giusta lunghezza d’onda e si produce così un movimento di elettroni che culmina con la creazione di radicali liberi in grado di attaccare agenti inquinanti.

I test svolti in laboratorio ne avrebbero attestato l’efficacia anche contro il Coronavirus e dicono che questa pellicola è stata scelta da compagnie di mezzi pubblici, uffici, palestre ed è stata pure utilizzata ai Campionati del mondo di sci alpino 2021 a Cortina per sanificare le aree al chiuso ad alto transito di pubblico.

Le prove

Dicevamo della serietà di un'azienda che dopo una richiesta di prove risponde all'interlocutore: già il fatto che lo faccia è in genere apprezzabile. Nello specifico, WippyIdea ha risposto al nostro asker con un link dove poteva trovare un elenco dei test e i laboratori che li hanno effettuati, citando anche l'avallo dell'Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano e aggiungendo che i documenti sono riservati e che li inviano previa firma di un documento di riservatezza oppure a clienti consolidati. Stando alla risposta ricevuta dal nostro asker, all’epoca abbiamo controllato nel sito di WippyIdea alla ricerca di maggiori informazioni e pubblicazioni.

Nell'elenco dei test e delle prove condotte nell’apposita sezione tuttavia è, per quanto abbiamo visto al tempo dello scambio epistolare, consultabile solo il link relativo all’utilizzo della pellicola ai Campionati di Cortina che di per sé, e secondo la nostra opinione, non è sufficiente a dimostrare l'efficacia del prodotto in modo scientifico. In linea generale, testimonianze di clienti soddisfatti, così come esempio di eventi o persone famose che usano e consigliano qualcosa, utilizzano che noi sappiamo la fallacia del Principio di Autorità e che non è una pratica appartenente alle metodologie scientifiche. Gli altri studi secondo noi non sono stati pubblicati e non sono reperibili online: ripetiamo che l'azienda, per quanto ci è dato di capire, ha affermato di poter mostrarli solo dopo aver firmato una dichiarazione di riservatezza o li rende fruibili solamente a clienti consolidati. Non avendo quindi accesso diretto a tali documenti, ci troviamo in una situazione di stallo in cui noi non possiamo quindi né confutare né confermare le loro affermazioni rendendo dunque e secondo la nostra opinione il valore delle prove equivalente a un atto di fede nei confronti dell’azienda.

Un aspetto della nostra iniziativa che ci piace sempre ripetere perché secondo noi è importante è che queste nostre storie non sono e non vogliono essere "recensioni" di prodotti o dispositivi: non siamo, e solo per esempio, un'associazione di utenti e/o consumatori che opera nell'ambito della difesa e per l'affermazione dei diritti dei cittadini: abbiamo molto rispetto per chi lo fa ma noi non lo facciamo, non è il nostro scopo. Il nostro scopo principale è invece e nel complesso sapere, grazie pure all'aiuto dei nostri esperti, del CICAP ma non solo, se dietro un'affermazione di tipo scientifico ci sono o meno prove per giustificarla (a tal proposito abbiamo una rubrica apposita che si chiama Pillole e dove potete trovare quello che pensiamo di noi e di quello che facciamo). Quando però le prove in genere non sono direttamente verificabili almeno per noi si crea un problema: non abbiamo materiale su cui discutere. Se le prove non sono fruibili o comunque, e sempre in genere, in qualche modo sono mediate secondo la nostra opinione molti potenziali clienti rischiano, come dicevamo, di dover dover compiere un atto di fede ed è per questo motivo che Chiedi le Prove promuove, fra l'altro, la trasparenza totale nelle comunicazioni di evidenze scientifiche solide e robuste, da fonti autorevoli, ufficiali e imparziali.

Conclusioni

Questa è comunque, e secondo noi, una storia interessante che offre alcuni e importanti spunti di riflessione riguardo l'accessibilità delle prove che dovrebbero essere sempre e comunque raggiungibili senza filtri o mediazioni di sorta: se un'azienda dice che il suo prodotto è efficace, il cliente interessato chiede gli studi di efficacia e l'azienda, e almeno per come la vediamo noi, dovrebbe essere ben felice di addurle direttamente e senza troppi preamboli: avrebbe un cliente informato e soddisfatto, che acquista volentieri il prodotto e che molto probabilmente, dopo un primo acquisto, potrebbe diventare poi cliente fedele che non solo compra una prima volta ma che continuerà a farlo in futuro sempre molto volentieri e magari pure spargendo voce. Un cliente consolidato, appunto.


L’iniziativa Chiedi le Prove è consapevole di come il dialogo sia l’unico modo per rendere una società realmente responsabile e attenta alle proprie esigenze. Rimaniamo sempre a disposizione di chiunque voglia contattarci in proposito qualora ci sia la volontà di dare origine a un dialogo che risulti costruttivo e in particolar modo dell'azienda che abbiamo citato restando disponibili fin d'ora ad esaminare evidenze direttamente verificabili ed eventualmente, e con piacere, a rettificare la nostra analisi con le prove che l’azienda volesse fornirci in futuro.

PRECISAZIONI

Come abbiamo accennato all'inizio, in questa occasione abbiamo scelto proprio questo Ask fra i numerosi che ci sono giunti in quel periodo (2020-2022) per la peculiarità della vicenda in sé, peculiarità che ci permetteva ancora una volta di parlare della metodologia della nostra iniziativa. E prima di rendere pubblica questa nostra storia oggi nel 2023 - e a emergenza finita - per scrupolo e per correttezza abbiamo comunque dato un altro sguardo al sito dell'azienda e oggi ci siamo imbattuti in questo studio (dicembre 2022) [2] in cui il prodotto viene applicato su mezzi pubblici su strada. Questo lavoro è accessibile a tutti senza mediazioni di sorta. Premettiamo che, per quanto di nostra conoscenza, è in genere un fatto che il biossido di titanio possa avere effetti fotolitici tramite l'acqua ma il processo è attivato da frequenze di luce che partono dal limite del nostro spettro visibile (violetto) in su, per cui funzionerebbe bene in ambienti molto luminosi e in particolare all'aperto. Qui [3], a mero titolo d'esempio non esaustivo, una review un po' datata sulla fotocatalisi del TiO2 e dove, tra le altre cose, si parla di purificazione ma a livello di filtri al biossido di titanio e con delle lampade UV per il motivo che abbiamo appena premesso. 

Nello studio finalmente verificabile che oggi abbiamo trovato sul loro sito, e per quanto di nostra comprensione, si misurano le superfici ma non l'ambiente e parrebbe quindi, come accennavamo, essere un effetto molto dipendente dall'esposizione alla luce solare, per cui secondo noi potrebbero esserci diverse limitazioni che sarebbe interessante valutare, tra cui l’effetto che ha sulla qualità dell’aria (che sarebbe un effetto di volume e non di superficie) e l’efficienza della fotocatalisi in tipici ambienti domestici. Inoltre lo studio considera, da quanto ci sembra di capire, la capacità di inattivare batteri ma non parla nello specifico di virus. In breve: il loro studio pilota ci pare serio e ben condotto anche se almeno per noi non è del tutto chiaro come sono stati raccolti i dati e soprattutto quanti dati sono stati raccolti. Ma si tratta indubbiamente di un lavoro con risultati promettenti e come gli stessi autori affermano: "Questo studio pilota, condotto sul campo, incoraggia ulteriori ricerche per supportare questa tecnologia brevettata e applicarla ovunque".

 

[1] https://archive.is/Oq1h3 www.wippyidea.com/certificazioni/ 11 Feb 2021 09:34:56 UTC

[2] WiWell® TiO2-photocatalytic adhesive films to reduce microbial charge in indoor microenvironments of public transportation and ensure biosafety in the COVID-19 time - ScienceDirect

[3] Titanium dioxide photocatalysis: present situation and future approaches - ScienceDirect