Intestino Sano

Le prove per un metodo alternativo

Intestino Sano

Pochi argomenti catturano la nostra attenzione come la nostra salute: tutti facciamo il possibile per migliorarla e mantenerla. Vogliamo essere in forma, essere sani, prevenire le malattie… Questo è sicuramente un bene, soprattutto se viene fatto con cognizione di causa e rivolgendosi a professionisti qualificati. Il proliferare di questo interesse però spesso ci porta a desiderare soluzioni facili e che portino a risultati immediati, spingendoci a provare opzioni pericolose, prive di validità scientifica. Queste “soluzioni” sono purtroppo molto popolari, e spesso inducono persone con scarso senso critico , o magari preda di ansie, complessi o paure, a servirsi di esse . È sempre necessario, quindi, chiedere le evidenze scientifiche che giustificano particolari affermazioni e farsi assistere da esperti qualificati. È ciò che ha fatto l'asker Lorenzo, il quale si è imbattuto nel “MetodoMC”. Tale pratica si propone come un protocollo testato per rendere più sano l'intestino – ed evitare problematiche come diarrea, stipsi, micosi, riduzione delle difese immunitarie, intossicazioni e altro – in quattro fasi: eliminando i parassiti, rigenerando la flora batterica, svuotando completamente l'intestino e combattendo le micosi (vale a dire le infezioni causate dai funghi patogeni). Sebbene venga specificato chiaramente che <<il metodo MC non si vuole sostituire al medico>>,  nella spiegazione fornita sul sito viene dichiarato, senza fornire nessuna evidenza scientifica, che <<le soluzioni tradizionali sembrano essere poco efficaci>> e presentano il metodo MC come soluzione:

<<<Abbiamo visto che gli esami previsti dalla medicina tradizionale risultano

troppo spesso fallaci e inaffidabili. Come verificare quindi la presenza di

parassiti intestinali? Il modo più rapido e affidabile è quello di eseguire un test di contrazione

muscolare.>>.  

Questo test consentirà poi di individuare la corretta soluzione al problema, basata essenzialmente su alcune tipologie di dieta e sull’assunzione di determinate sostanze acquistabili dal sito. Ma come funziona questo test di contrazione muscolare? Gli autori lo spiegano sempre sulla stessa pagina:  

1. Si posizionano le dite ad anello, esattamente come nel gesto OK, facendo una leggera pressione fino a sentire le due ossa di indice e pollice

2. mantenendo costante la pressione tra indice e pollice una seconda persona andrà ad infilare i suoi due indici nell'anello e lo aprirà lentamente testandone così la forza

3. A questo punto si prenderà nell'altra mano la sostanza utile ad eliminare la problematica

4. Con la mano libera si andrà a riformare il gesto ok, andando a cercare le ossa di indice e pollice esattamente come al punto 1

5. Una seconda persona andrà ad aprire l'anello come in precedenza testando così la forza contrattile.

Se la forza contrattile sarà aumentata significherà che quella sostanza è utile all'organismo e che quindi l'organismo è affetto dalla problematica che questa sostanza va a risolvere.

Se invece, al contrario, la contrazione sarà più debole significherà che la sostanza non è necessaria

 

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OK. Come e’ stato dimostrato che funziona? Se lo e’ chiesto l’asker Lorenzo, concentrandosi in particolar modo sul test di contrazione muscolare, nonché sulla dieta antiparassitaria. Lorenzo ha richiesto le evidenze scientifiche sulle quali si basa tale protocollo. L'azienda ha risposto direttamente tramite il fondatore del protocollo, il quale ha invitato l'asker a richiamarlo per avere le informazioni richieste. L'asker ha replicato che avrebbe preferito avere dei riferimenti scritti, in modo da potersi confrontare con un esperto. La richiesta però è stata bruscamente rifiutata per mancanza di tempo.

Può sembrare una cosa positiva e soddisfacente il fatto che l'azienda risponda e si renda disponibile a un colloquio telefonico, ma in realtà non lo è. Vediamo perché. Di fronte a delle informazioni telefoniche sarei chiamato sostanzialmente a un atto di fede, in quanto non avrei nessuno studio da consultare e nessun riferimento a studi scientifici che io possa reperire. Anche se questi dovessero venire forniti oralmente, non avrei modo di assimilarli: durante la conversazione dovrei fidarmi sul fatto che i riferimenti siano validi, genuini e soddisfacenti interrompendo così quella che dovrebbe essere un’analisi critica e senza bias che mi porta ad avere un’idea informata. Oltretutto, pensiamo anche a tutte le possibili incomprensioni nella comunicazione orale di riferimenti bibliografici, come ad esempio dover comunicare oralmente “Journal of Acquired Immune Deficiency Syndromes and Human Retrovirology”.  Avessi tali riferimenti, facilmente inviabili in forma scritta, potrei consultare gli studi e verificare le affermazioni sul protocollo. Senza contare che spesso chi richiede informazioni non è un esperto del settore, la consulenza di quest'ultimo è fondamentale per avere delle informazioni corrette, in base alle quali io possa farmi un'idea che sia “evidence based” e quindi seria.

Secondo il sito dell'azienda la forza del metodo sta nella soddisfazione dei pazienti, ma tale argomentazione, in assenza di un'adeguata documentazione, non ha alcun valore. Solo uno studio scientifico con determinate caratteristiche e che tenga conto di tutte le variabili può stabilire un rapporto di causalità fra disturbo e presunta cura. Quante volte ci dicono: “prova!”. Ricordiamoci che dove esiste una correlazione non c'è per forza un rapporto di causalità. Per esempio, spesso ci lasciamo tentare dall’uso di pillole per dimagrire [1] e dopo qualche mese che le proviamo siamo portati a dire: “funziona”. Ma sovente chi si serve di questi prodotti ha voglia di rimettersi in forma, e quindi inizia a intraprendere uno stile di vita più sano, mangia meglio e inizia a fare sport. Qual è quindi l'apporto della pillola? Come facciamo a dire che è tutto merito suo? Analogo discorso può essere fatto per alcuni presunti rimedi contro malanni stagionali. Il male passa, automaticamente il rimedio funziona. Ma siamo sicuri che non sarebbe passato comunque? A volte questi sintomi si risolvono autonomamente, o magari abbiamo assunto nel mentre altri medicinali. Le nostre aspettative ci inducono ad assegnare il merito della guarigione a un fattore piuttosto che all'altro. Senza uno studio rigoroso è impossibile isolare tutte le variabili e avere un responso imparziale. Quindi, diffidiamo da chi sminuisce il valore dell'evidenza scientifica per esaltare il valore della “prova personale”. Allo stesso modo non accontentiamoci di informazioni dette a voce, ma richiediamo le prove e facciamoci assistere da esperti.

In buona sostanza, non avendo ottenuto le prove richieste, è impossibile trarre una conclusione riguardo alla validità del metodo. Ciò non significa automaticamente che non sia utile, ma che dobbiamo sospendere ogni giudizio, o compiere un atto di fede in mancanza di informazioni verificabili.

Chiedi le Prove è sempre aperta a un dialogo costruttivo e a integrare la storia con le maggiori informazioni che l'azienda dovesse fornire.



 

[1] Ma se volete un esempio un po’ piu’ concreto, lo trovate qui