Intolleranze alimentari e relativi test

Quando chiedere le prove provoca un ban

Intolleranze alimentari e relativi test

Alimentazione e salute sono certamente due argomenti che riguardano tutti noi e sono il tema centrale della storia che segue, inviataci da un nostro asker.

 

La vicenda che sto per raccontare è avvenuta nel mese di aprile.

Ho aperto il mio profilo Facebook e, tra i link sponsorizzati, ho trovato un post della pagina Nutrizione e Benessere in cui viene proposto, in offerta, un test sulle intolleranze alimentari (49€ invece di 100€).

Viene riportato che “l’intolleranza alimentare è una reazione anomala dell’organismo nei confronti di uno o più alimenti che non vengono tollerati” e che il test delle intolleranze permette di scoprire quali alimenti possono causare “gonfiori addominali, mal di testa, insonnia, senso di pesantezza, cellulite, disturbi della digestione (stipsi, diarrea, colite ecc.), aumento o perdita del peso”.

 

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                                        Fig 1: Una drammatica conseguenza delle intolleranze alimentari

Il test proposto è il test Creavu (metodo EAV), che valuta “la risposta dell’organismo a 218 alimenti” attraverso degli impulsi elettrici a basso voltaggio e la lettura delle resistenze elettriche cutanee del corpo in rapporto alle sostanze non tollerate.

Ricordavo di aver letto un articolo qualche tempo prima in cui veniva spiegato come questo tipo di test non sia validato scientificamente.

 


 

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                                 Fig. 2: Lo screenshot del contenuto pubblicitario che ha originato l’ask.

 

 

Né l’articolo che avevo letto in precedenza né il post sponsorizzato su Facebook riportavano riferimenti a studi scientifici e quindi mi è venuta voglia di saperne di più. Ho quindi scritto un commento al post di Nutrizione e Benessere riportando il link dell’articolo, spiegando i miei dubbi e chiedendo dei riferimenti in grado di dimostrare l’efficacia del test.

Dopo un paio d’ore, ho scoperto che il mio commento era stato cancellato e il mio profilo era stato “bannato” dalla pagina.

 

Lo scopo dell’iniziativa “Chiedi le prove” è di dare visibilità alle persone che vogliono essere informate e chiedono le prove delle affermazioni nelle quali si imbattono. L’individuo che chiede che vengano rispettati i principi di trasparenza e responsabilità delle affermazioni estende alla comunità la consapevolezza decisionale di cui si è fatto carico: riteniamo che ciò sia fondamentale per una società che possa definirsi democraticamente matura.

L’atteggiamento di censura gratuita mostrato da “Nutrizione e Benessere” è ben distante da ciò in cui crediamo. Riteniamo, inoltre, che chi legge sia in grado di trarre tutte le conclusioni del caso.

 

Ulteriori approfondimenti su questa pagina.

Chiedi le Prove è un’iniziativa sempre aperta al dialogo e al confronto costruttivo e dunque confidiamo in una risposta da parte dell’azienda di vendita;  in caso non mancheremo di inserirla come aggiornamento a questa storia.